D.ssa Annarita Fittini
 
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Sviluppare la cultura della cura e della responsabilità a scuola

La crescita dell'individuo avviene all'interno di un contesto famigliare e sociale multiforme e coinvolgente, ma sopratutto all'interno di spazi mentali che sono quelli della cultura del gruppo di appartenenza. I gruppi culturali, le società coltivano e trasmettono i propri modelli culturali attraverso varie forme, di cui la principale è l'insegnamento scolastico. La scuola dovrebbe essere formativa, dovrebbe rispondere alle esigenze di conoscenza e di apprendimento degli alunni e ampliare le loro competenze sociali, al fine di favorirne e potenziarne un buon inserimento nella collettività.

In realtà spesso la scuola è in vario modo condizionata dal non rappresentare un elemento di disturbo nei confronti della cultura di appartenza. Spesso ci si trova di fronte a un'energica separazione tra scuola e realtà quotidiana, da una limitazione dell'apprendimento, nel senso della cosidetta specializzazione precoce, dal mantenere la scuola e gli insegnanti in condizioni economiche insufficiente, etc.Sono queste modalità per limitare l'effetto positivo che l'esercizio della curiosità, del cambiamento, dell'integrazione nella e della scuola potrebbero avere sulla collettività. Tale sommaria analisi rammenta il concetto di sindromi psicosociali definite come comportamenti collettivi generatori di disagi immediati o ragionevolmente prevedibili, senza che, per questo, tali comportamenti cessino di aver luogo, pur non esistendo per essi motivazioni non rimuovibili. Essi corrispondono ad angoscie consistenti e condivise dalle collettività, le cui origini sono inconscie.Le sindromi psicosociali contengono, sono prodotte e costituiscono esse stesse dei meccanismi di difesa e hanno un carattere peculiare che le avvicina a meccanismi noti nella stanza della psicoterapia: i protagonisti ne ricavano infatti un piacere, benchè provochino ad altri e ad essi stessi un danno. Infine va detto che la messa in opera dei loro modelli avviene prevalentemente attraverso i sistemi educativi di gruppo.

Il delicato passaggio tra l'infanzia e l'età adulta offre una preziosa occasione per aiutare a fronteggiare le sindromi psicosociali. I ragazzi sono spinti da una movimentazione di affetti di base: amore, curiosità, entusiasmo, sdegno, combattono per individuarsi come singoli, come persone, per non lasciarsi coinvolgere in sindromi psicosociali precostituite.Cercano di ristrutturare i rapporti con il gruppo, nella coppia, con i genitori o con figure significative. Quando rimangono delusi, perchè non trovano risposte adeguate, precipitano all'interno di una sindrome psicosociale: per esempio la ricchezza-povertà, la distruttività, l'intolleranza, la droga e il potere. L'importanza della scuola in queste circostanze è enorme, ma anche la sua inadeguatezza, se viene dimenticata la sua funzione formativa e trasformata in uno strumento di preparazione puramento tecnico.

La psicologia scolastica ha come oggetto della prevenzione il sistema scolastico e le sue modalità di risposta ai bisogni delle persone che ne fanno parte, ha inoltre, come scopo lo sviluppo di comunità scolastiche competenti, cioè di sistemi sociali in grado di utilizzare le proprie risorse per la soluzione di problemi che rigurdano i menbri della comunità stessa. Si intende come sistema una comunità organizzata, composta da elementi solidali, in rapporto gli uni con gli altri, mentre come competente quella comunità che riesce a individuare, sensibilizzare e attivare i propri membri in un'ottica di solidarità sistemica. Il destinatario ultimo di tali interventi è l'intera comunità.

La scuola rappresenta il setting privilegiato dell'intervento, la cui finalità è quella di realizzare un percorso in cui tutti soggetti mettano in gioco il proprio contributo e la propria specificità con l'obiettivo di migliorare globalmente le condizioni di vita del proprio contesto. Una politica di prevenzione nei confronti del disagio scolastico rappresenta un'occasione per creare modalità diverse di aggregazione sociale e di interazione tra adulti e istituzioni, fra giovani e adulti e fra ragazzi e istituzioni, creando una costante dialettica tra gruppi e territorio dando così avvio ad una cultura della cura e della responsabilità.

La cultura della cura e della responsabilità opera fin dalle origini dell'uomo, la capacità riparativa degli esseri umani ha operato nei gruppi sociali in silenzio, senza fare notizia, in misura probabilmente maggiore di quanto si creda. E' un lavoro silenzioso e paziente ove prevalgono meccanismi psicologici inerenti l'integrazione che necessitano di una certa attività riflessiva, di un'elaborazione psichica costante. I gruppi capaci di utilizzare i meccanismi d'integrazione sono caratterizzati dalla lungimiranza, ovvero dal sapere che le proprie idee e comportamenti hanno delle conseguenze, guardano alle prospettive future. Lasciano spazio al pensiero diverso e degli altri, poichè ogni contributo è ritenuto importante, la diversità non è più nemica ma bensì suscita attenzione e curiosità. Sono spesso gruppi coraggiosi, ove il coraggio può anche essere quello di sapere di avere paura e sono caratterizzati dalla tolleranza oltrechè da comunicazioni costruttive. Dire e informare sono attività che contrastano gli orientamenti difensivi con carattere di scissione e operano nella direzione dell'integrazione e delle responsabilità.

 

Spunti bibliografici

Codispoti O., Clementel C. (a cura di) Psicologia clinica, Roma, Carrocci Editore, 1999

Coleman J.C., Hendry L, La natura dell'adolescenza, Bologna, Il Mulino, 1983

Menesini E., Bullismo che fare? Firenze, Giunti,  2000